STEP #09 - GLI INVENTORI
Il primo planimetro (di tipo ortogonale) sembra sia stato quello costruito da Johann Martin Hermann nel 1817. A questo seguì quello del livornese Tito Gonnella (1794-1867), che nel 1825 pubblicò la propria invenzione. Entrambi passarono quasi inosservati e si dovette aspettare il 1849/50 perché l'ingegnere svizzero Kaspar Wetli (1822-1889) potesse reinventare ed introdurre definitivamente sul mercato questo tipo di strumento.
Otto anni dopo, nel 1858, il matematico svizzero Jakob Amsler-Laffon (1823 - 1912) introdusse per primo il planimetro polare più preciso ed affidabile di quello ortogonale. Lo strumento inventato da Amsler (dal funzionamento meccanico) è ancora utilizzato e rimane tra i pochissimi strumenti di calcolo meccanici ancora in produzione.
Jakob Amsler-Laffon sudiò matematica e fisica presso l'università di Königsberg, dove venne in contatto con grandi luminari dell'epoca come Franz Neumann e Gustav Kirchoff. Insegnante di matematica a Sciaffusa dal 1852 al 1859, fondò un'industria specializzata nella meccanica di precisione alla quale, lasciato l'insegnamento, dedicò ogni sua attività, tanto da farla diventare una delle più rilevanti nel campo degli strumenti di misura e per la prova dei materiali. La sua fama resta legata all'invenzione del planimetro polare, detto comunemente planimetro Amsler, di cui fu a lungo l'unico produttore. Questo strumento ebbe ampissima diffusione e, dopo la scadenza del brevetto originale, venne prodotto da quasi tutte le ditte di strumenti di precisione.
(L'avvento della tecnologia ha permesso di realizzare i più moderni planimetri polari elettronici. Essi funzionano con lo stesso principio di integrazione lungo il bordo della curva del planimetro meccanico di Amsler, solo che quest'ultima operazione viene eseguita tramite un software installato nel dispositivo anziché mediante un rullo metallico opportunamente tarato.)
1. Jakob Amsler-Laffon 2. Uno dei primi progetti di un planimetro ortogonale
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