martedì 20 ottobre 2020

 STEP #07 - Il mito 

La leggenda è ambientata nell'antico Egitto, conquistato dai Romani e divenuto il "granaio" dell'impero. L'esondazione del Nilo con la conseguente riduzione della superficie coltivabile creava da anni problemi agli agrimensori romani, ossia quei funzionari incaricati di suddividere e misurare i terreni dell'impero. L'annosa questione era dovuta al fatto che i terreni lungo gli argini del Nilo, inondandosi completamente e in maniera irregolare, rendevano impossibile la misurazione diretta dell'area antistante e quindi la quantificazione della porzione di terreno sommersa. 

Molti agrimensori avevano provato e fallito nell'opera, cercando di misurare la superficie piantando dei pali in acqua a cui fissavano delle corde di lunghezza nota, le misure però risultavano imprecise e malcapitati agrimensori diventavano sovente cibo per i coccodrilli del Nilo.

Fu così per molti anni finché un arguto agrimensore, conosciuto come Quinto Giulio, immerso in studi matematici e da sempre appassionato di misurazione, introdusse una prima e rudimentale forma di planimetro che risolse il problema una volta per tutte: egli tracciò una rappresentazione dell'area da misurare riferendo ciascun rilevamento a due assi perpendicolari, tracciati con la groma e misurati con pertiche: il decumano, con orientazione est-ovest, e il cardo, con orientazione nord-sud, ai quali riferivano un reticolato di 2400 piedi (700 m circa) di lato, approssimando l'area irregolare con il reticolato quadrato di cui l'area era facilmente calcolabile riuscì ad ottenere una misura molto più precisa della porzione sommersa, il tutto all'asciutto e tra il disappunto degli alligatori egiziani. 



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